Negli ultimi mesi si è parlato spesso del boom di dimissioni volontarie che si è registrato tra i giovani a seguito all'isolamento forzato da Covid19. Il fenomeno è iniziato nel 2021 negli USA e sta continuando a registrare numeri importanti anche in Italia. Con lo sblocco dei licenziamenti si temeva un aumento della disoccupazione, non si era calcolato che il licenziamento sarebbe stato volontario.
I settori che sono stati maggiormente colpiti sono: Informatico e Digitale (32%), Produzione (28%) e Marketing e Commerciale (27%). Secondo l'indagine Aidp (Associazione per la direzione del personale) condotta su un campione di 600 aziende, sono principalmente i giovani tra i 26-35 anni a prendere questa decisione, seguiti a ruota dalla fascia 36-45 anni.
Le cause del boom di dimissioni volontarie
Le cause sono diverse e possono essere imputante sicuramente: alla ripresa del mercato del lavoro (48%) con la fine dell'emergenza sanitaria, alla volontà di maggiori opportunità di carriera (38%) e alla ricerca di condizioni economiche più favorevoli (47%).
Il periodo di isolamento ha aperto le porte allo smart working per molti lavoratori, rendendo più evidente l'importanza di un maggior equilibrio tra vita privata e lavorativa (41%). La sospensione del lavoro durante l'emergenza sanitaria ha, inoltre, permesso a molti lavoratori di riflette e ricercare un nuovo senso di vita (20%) che tenesse conto di un buon ambiente di lavoro.
Come hanno reagito le aziende
Trattandosi di un fenomeno disatteso, molte aziende non erano preparate a far fronte ad un improvvisa riduzione del personale. L'88% del campione intervistato afferma di non avere un piano di incentivo all'esodo: solo il 12% ha dei piani di incentivazione all'uscita, anche con prepensionamenti.
Alcune aziende si sono prontamente attivate per sostituire i fuoriusciti (55%), altre hanno colto l'occasione per riorganizzare i processi produttivi (25%) e altre ancora hanno adottato una pratica attendista (15%) per valutare l'impatto di queste dimissioni.
Cosa puoi fare come azienda
Il fenomeno dei licenziamenti volontari non diminuirà se le aziende italiane non apportano dei cambiamenti. I giovani che si affacciano al mondo del lavoro ricercano determinati fattori come: il bilanciamento tra vita privata e lavorativa, l'allineamento tra i valori personali e quelli dell'azienda, un buon rapporto con manager e colleghi. Entrano in gioco ovviamente anche la retribuzione, i benefit, la sicurezza del posto di lavoro e una visione chiara del percorso di carriera.
Solo creando un ambiente di lavoro sereno e in linea con le esigenze dei giovani lavoratori, si andrà a formare un team motivato e di conseguenza più produttivo e legato all'azienda. Il rischio stress lavoro correlato, spesso viene sottovalutato, quando invece deve essere gestito dal datore di lavoro al pari di tutti gli altri rischi legati alla salute e sicurezza.
Nella prossima news parleremo di come può aiutarti BeSafe nella Valutazione e gestione del rischio da stress lavoro-correlato.