La crisi pandemica ha provocato un forte incremento nell’uso del servizio delivery, generando l’esigenza di garantire la sicurezza alimentare nel trasporto di alimenti e sulle relative responsabilità.
Nei ristoranti, lo strumento più rilevante in questo ambito è sicuramente costituito dal sistema HACCP, un sistema di controllo relativo alla produzione di alimenti con l’obiettivo di garantire la sicurezza dell’igiene e della commestibilità del prodotto.
Le stesse esigenze permangono anche quando si parla di cibo d’asporto, anzi, in molti casi, quanto quest’ultimo è considerato più esposto al rischio di contaminazione a causa di agenti esterni (smog, polveri presenti nell’aria) ma anche per il mantenimento delle temperature, sia per il cibo freddo che per quello caldo.
Chi è responsabile dell’igiene?
Nella ristorazione, la garanzia della sicurezza alimentare, secondo l’art. 17 del Regolamento (CE) 178/2002, ricade nella primaria responsabilità degli Operatori del Settore Alimentare (OSA), che devono garantire la conformità degli alimenti ai requisiti di sicurezza, verificando che le imprese da loro controllate rispettino le norme di sicurezza in tutte le fasi di preparazione, trasformazione e distribuzione degli alimenti.
Quando però l’OSA utilizza le piattaforme di delivery occorre chiedersi a chi spetta l’obbligo di prevedere le procedure corrette e vigilare sul loro adempimento.
Bisogni innanzitutto fare una distinzione tra:
- le piattaforme di delivery che operano quali vetrine del locale, dove la consegna è normalmente gestita dallo stesso OSA;
- I servizi di delivery che gestiscono la consegna con personale e mezzi propri.
Nel primo caso, i fattorini, in qualità di dipendenti del ristoratore, sono sotto la sua responsabilità: sarà dunque compito dell’OSA porre in essere adeguate misure di sicurezza e vigilare affinché queste vengano rispettate.
Invece, nel caso in cui la piattaforma di delivery mettesse a disposizione addetti alle proprie dipendenze, sarà quest’ultima a doverli munire delle attrezzature necessarie a garantire lo svolgimento del loro lavoro in sicurezza e in conformità alla normativa sull’igiene alimentare.
L’indagine di Altroconsumo
Altroconsumo ha l’obiettivo di tutelare e proteggere i consumatori, anche quando si parla di food delivery.
L’Organizzazione ha realizzato un’indagine in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta in merito alla presenza di allergeni negli ordini, alle temperature di consegna dei piatti e alla loro sicurezza microbiologica.
Ad esito di questa indagine, sono stati individuati numerosi indici negativi in merito all’igiene e alla freschezza dei cibi consegnati e, attraverso l’invio di una lettera al Ministro della Salute, è stato richiesto un intervento normativo affinché vengano definite le temperature di trasporto e le caratteristiche dei contenitori per le consegne a domicilio al fine di garantire ai consumatori un servizio totalmente sicuro ed efficiente.