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Lo smart working spinge a riqualificare gli ambienti di lavoro

Lo smart working spinge a riqualificare gli ambienti di lavoro

Il futuro degli uffici sarà quello di diventare luoghi per scambi di idee e sempre meno di produzione. È questa la prospettiva dopo due anni di lavoro da remoto o smart working.

Uno studio realizzato da Coima sottolinea come in futuro andremo in ufficio per metà settimana, per incontri proficui, mentre sarà a casa che sbrigheremo i lavori di routine che si possono eseguire da soli. E quindi sarà necessario meno spazio direzionale.


Lo smart working impatterà sullo spazio necessario


Il team di Coima sottolinea come dai dati Eurostat emerga che l’attuale penetrazione del lavoro remoto in Italia sia del 5%, contro una media europea del 17% (con alcuni paesi del Nord Europa che raggiungono livelli superiori al 40%). La percentuale di introduzione dello smart working impatterà sulla necessità di spazio.

Così se una azienda opterà per una adozione bassa o media del lavoro remoto potrà ridurre gli spazi per ufficio del 5-10%, del 10-30% attraverso un’elevata adozione del lavoro remoto (assumendo che le scrivanie siano condivise tra i dipendenti).

Riducendo gli spazi per le scrivanie si amplierà invece lo spazio destinato alle aree comuni, che potrebbe aumentare rispetto all’attuale 40% circa fino al 50-60%. Le aree comuni saranno destinate a incontri e riunioni, ma anche aree relax. In alcuni uffici nel centro di Milano sono state adibite salette a lezioni di yoga o massaggi, terrazze come sale riunioni e così via.

 

Si passerà dal riqualificare l'ufficio a riqualificare il quartiere 

 

Il cambiamento influirà anche sui quartieri. Coima ha così classificato i quartieri di una città secondo criteri che vanno dall’accessibilità ai trasporti pubblici, al livello dei servizi, alla disponibilità di spazi verdi e alla diversificazione delle destinazioni d’uso.

I quartieri qualificati, che rispondono alle caratteristiche, hanno attirato il 35-49% in più di assorbimento di spazi a uso ufficio rispetto agli altri quartieri indifferenziati sia a Milano che a Roma e hanno registrato una crescita dei canoni più elevata (9-14%). Anche dopo la fine della pandemia il lavoro da remoto diventerà lo standard alle quali le aziende dovranno rifarsi nella ricerca degli spazi. Gli edifici direzionali subiranno pertanto un processo di evoluzione che si riverbererà su tutto il quartiere circostante.

 

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